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Nato a Milano e cresciuto in ambienti popolari, ha vissuto a stretto contatto con povertà, disagio sociale in situazioni alle volte emarginanti. Questo vissuto che lo ha segnato profondamente lo ha spinto verso la fotografia di Reportage umanistico sociale.

“Adoro fotografare il genere umano, amo riuscire a catturare sguardi che possano trasmettere quello che al momento dello scatto ho percepito, amo trovare connubio tra persone e oggetti, sopratutto in ambito urbano.
Fotografo senza mai nulla togliere, aggiungere o modificare a quello che è la “storia” dello scatto. Questo è il principio fondamentale sul quale baso la mia fotografia. Chi osserva un mio lavoro deve potersi emozionare e cogliere il significato vero dello scatto senza che un qualsivoglia artefatto possa distoglierlo dalla realtà. Vivendo in una grande città come Milano, ho imparato a seguire e apprezzare il genere street”

Andrea attualmente è impegnato su vari fronti: un progetto tra Roma e Milano sulla popolazione Rom, una collaborazione con un associazione per ragazzi affetti da sindrome di Down e a breve partirà con il progetto in Cameroun, in collaborazione con una ONG camerunense e la onlus Italiana “Sos Giovani”, che lo porterà tra villaggi del centro Africa a visitare ospedali, orfanotrofi e famiglie. Una mostra fotografica e un libro documenteranno questo progetto. Ultimo interesse verso la fotografia del mondo Underground – rave party o occupazioni sociali.

Fotografo ritrattista di anziani, clochard e bambini: “la pelle è carta, carta con vergate senza inchiostro mille storie: le rughe di un anziano, le imperfezioni o lo sporco della pelle di un clochard, lo sguardo dei bimbi, trasparente e incapace di nascondere segreti, perfetto conduttore di felicità, gioia, tristezza”

“Conscio della bellezza dei colori, ma consapevole che la fotografia è
nata in bianco e nero crede sia importante mantenere le origini”